giovedì 2 maggio 2013

RYUGYONG HOTEL


Con questo articolo vorrei cominciare a parlare di opere architettoniche di un certo livello perché a volte riescono, meglio di qualunque altra cosa, ad essere lo specchio dei drammi mentali di alcuni personaggi affetti da megalomania o di qualche genio visionario da operetta, ansioso di stupire il prossimo.
In questo caso, visto chi è il committente del Ryugyong Hotel di Pyongyang, forse non è stato proprio un art attack di qualche architetto, quanto piuttosto una celebrazione allo spirito nordcoreano.
E' il 1987, quando al "Caro Leader" Kim Jong Il comincia a prudere leggerissimamente il deretano dopo aver visto, probabilmente nell'unica tv del paese, il Westin Stamford Hotel di Singapore, completato l'anno precedente e all'epoca titolato del premio di Hotel più alto del mondo con i suoi 226 metri (a sinistra).
Fin qui tutto bene, l' invidia è una cosa normalissima anche per i leader mondiali, tuttavia quest'opera nascondeva qualcosa di assoluamente inaccettabile: fu progettato e costruito dalla SSangyong Group, un impresa sudcoreana.
In un periodo in cui si parlava ancora di guerra fredda però, non era pensabile radere al suolo Singapore per semplice invidia, quindi la risposta più ovvia era battere i capitalisti del meridione dimostrando che la tecnologia e l'ambizione del nord potevano raggiungere ogni traguardo con facilità e velocità.
Il Progetto, presentato da qualcuno di cui non è dato sapere il nome ma, che visto il sistema sicuramente si è messo a disegnare ciò che il Grande Leader aveva sognato o che aveva progettato mentalmente nel giro di un paio d'ore, presupponeva un inizio dei lavori nell'87 e una conclusione a tempo di record per la giornata mondiale della gioventù e degli studenti del 1989, (in Italia in due anni non avrebbero neanche approvato il progetto).
A completamento avvenuto, l'Hotel Ryugyong con i suoi 105 piani suddivisi in 330 metri, avrebbe scalzato dal gradino più alto del podio quella schifezza sudista e elevato la Corea del Nord e il suo Leader nell'olimpo dei più stilosi.
Purtroppo come in tutte le più belle storie, la sventura si celava dietro l'angolo e alla faccia della dittatura, nel 1992, l'opera non era ancora finita ma i soldi invece si e per sedici lunghi anni questo gigante a forma di piramide rimase nudo a vegliare sulla capitale.
Fortunatamente però, il superprogetto, era destinato a non essere lasciato a marcire come se si trovasse in un altra penisola che parlava di dividere nord e sud è geograficamente molto più ovest e nel 2008 i lavori ricominciano grazia a una compagnia telefonica egiziana, l'Orascom, (compagnia che peraltro possiede anche Wind Telecomunicazioni) che rifinanzia i lavori dopo aver strappato concessioni per posizionare antenne telefoniche sulla cima dell'edificio.
La fine dei lavori era questa volta programmata per il 2012, anno del centenario della nascita dell' "Eterno Leader" Kim Il Sung, (padre di Kim Jong Il e nonno di Kim Jong Um, e complimenti alla fantasia) ma ad oggi wikipedia, sostiene che verrà terminato nel 2013. Insomma una storia avvincente quasi quanto quella della Salerno-Reggio Calabria o del Ponte sullo stretto di Messina.


Fatta la storia a grandi linee di quest'opera magna del comunismo nordcoreano, è giusto parlare un pò di tutti i simpaticissimi retroscena che lo circondano.

  • Per un decennio l'edificio è rimasto senza infissi e impianti, e una commissione europea definì i danni alle strutture irreparabili, ma sicuramente Kim avrà pensato che si trattasse solo di maldicenze occidentali. Il cemento armato nordcoreano è risaputamente indistruttibile.
  • La grù che si nota in cima all'edificio è stata abbandonata e divorata dalla ruggine; la BBC l'ha definita "un promemoria dell'ambizione intralciata dello stato totalitario", che in inglese suona come "a Reminder of a Totalitarian state's thwarted ambition".
  • Altri bontemponi, probabilmente di lingua anglosassone, hanno definito, o meglio fregiato il Ryugyong Hotel dei titoli di  "Phantom Hotel", "Hotel of Doom" e "The Worst Building in The World". 
  • L'imbarazzo del fallimento imminente ha spinto il governo Nordcoreano a negare l'esistenza dell'edificio, portando a testimonianza delle mappe modificate e delle immagini manipolate. Come se una piramide di trecento metri in mezzo a una città non si notasse...forse era riuscito a convincere pure la popolazione che fossero tutti degli allucinati. Non voglio pensare alle conseguenze del traffico.
  • Ovviamente per quanto riguarda tutto ciò che ha a che fare con una dittatura, non si sa praticamente nulla di questo albergo, a parte che dovrebbe avere giardini un pò ovunque, suite come piovesse e un numero variabile di stanze che, a seconda delle fonti oscilla dai 3000 ai 7665.
La domanda che mi pongo è che cavolo se ne fanno di 7665 stanze in un albergo quando il flusso turistico annuale del paese sembra essere attorno ai 6-7000 unità all'anno e che a Pyongyang tra i vari alberghi ci sono almeno altri 3000 posti letto!?
Per fare un esempio, tempo fa vedevo un documentario di Vice sul paese e il protagonista raccontava di aver notato la notte che tutte le luci accese nell'hotel erano allo stesso piano (attorno al dodicesimo), probabilmente per dare agli occidentali una sensazione di affollamento...vabbé, folklore...
  • La struttura presenta alcune perle architettoniche come una struttura tutta da verificare dopo 16 anni di menefottismo dovuto alla caduta del muro e al taglio dei finanziamenti elargiti in orbita sovietica e delle imprecisioni nell'allineamento dei vani ascensore.
  • Incredibilmente, nonostante tutto, fino al 2009, il Ryugyong sarebbe stato comunque l'albergo più alto del mondo, scalzato solo dalle Rose Tower di Dubai, però purtroppo a causa del dissesto economico è stato solo il più alto spreco di cemento armato della storia, e non è detto che da completato non lo sia comunque.
  • La gestione di questo monumentale albergo dall'aspetto assolutamente discutibile, passerà presumibilmente in mano alla catena Kempinski, con sede a Berlino, per la serie "i tedeschi continuano a saperne a pacchi di quella cosa chiamata volgarmente stile".

Ad ogni modo non si celebra un funerale finchè il morto non c'è, e chissà mai che un giorno la Corea passi da "stato canaglia" a "più gran museo a cielo aperto del fallimento del totalitarismo" e il gigante buono, che per ora è solo un monumento alla megalomania di pochi, diventi a tutti gli effetti qualcosa di utile, anche se difficilmente riesco ad immaginare vacanze di lusso a Pyongyang senza ridere.
 Detto tutto quello che c'era da dire non mi resta che continuare ad esplorare a tempo perso il mondo degli obrobri architettonici nel mondo.