domenica 30 settembre 2012

VESTITINO PER CANE


Esisteva un tempo in cui i cani facevano i cani e potevano godere del diritto di girare per la città con le loro pellicce sfarzose e autoprodotte in modo naturale, senza creare polemiche tra gli animalisti; questo accadeva ormai molto tempo fa, prima che gli uomini cominciassero ad imitare i cani e sfoggiare sfarzose pellicce ricavate da pelo di animale, in quanto risaputo che il pelo umano andava di moda un millennio fa, riuscendo, tra l'altro, a causare proteste nel mondo animalista.
Come se non bastasse questa moda, alcuni screanzati hanno ben pensato che se l'uomo indossava una pelliccia per imitare il suo piccolo amico, anche il cane avrebbe potuto indossare degli abitini per imitare il suo grosso e mentalmente frustrato padrone.
Era una cosa simpatica dicevano, il cane ha freddo dicevano, che carino e coccoloso dicevano....
Forse, in principio, poteva anche essere un'abitudine non particolarmente stigmatizzabile, ma come per ogni cosa, si è finiti a pigiare il tasto del pacchiano, dell'idiota e del Kitsch.
Vero è che i cani sono come i bambini e non gliene frega un cazzo di cosa indossano, ma ricordatevi che un cane vestito di pelle è un cane potenzialmente arrabbiato e probabilmente se avesse il pollice opponibile vi taglierebbe la gola nel sonno.
Ma come la vita insegna, dopo aver grattato il fondo si può ancora scavare e l'idiozia umana scava meglio delle trivelle di Armageddon, quindi oltre che minare l'autostima del cane privandolo della possibilità di essere semplicemente se stesso, bisognava minarne anche la dignità rendendolo quanto più simile ad un'attrazione da circo a quattro zampe.

Azzarderei che i padroni di questo cane siano americani, quindi geneticamente sprovvisti di limiti mentali e di gusto, ma comunque li prenderei e li appenderei a un traliccio dell'alta tensione vestiti a questa maniera per vedere cosa ne pensano.
Oramai purtroppo il migliore amico dell'uomo, specie se di piccola taglia è diventato un accessorio, e nell'eventualità questo fosse troppo grande per entrare in borsa.....Voilà.... è il cane a diventare borsa...
Spero che qualcuno un giorno si prenda un pò di tempo per riflettere su tutto questo, o che una simpatica signora del Kentuky provi a mettere un trench tigrato al suo Rottweiler mannaro.

martedì 25 settembre 2012

CROCS

Il quarto capitolo di questo entusiasmante viaggio attraverso i neri meandri della moda alternativa, è uno dei più inspiegabili attrezzi che mente umana possa aver prodotto: una di quelle cose che non avevano senso neanche il primo giorno che sono state buttate sul mercato eppure, anche se solo per un breve periodo hanno avuto una diffusione strepitosa: le Crocs.

Indubbiamente, seppur non abbia mai avuto il privilegio di possederne un paio, circola la voce che siano molto comode e aggiungerei anche incredibilmente accattivanti o incattiventi a seconda dei punti di vista.
Disponibili in ogni variante di colore, come sarebbe auspicabile per una ciabatta da spiaggia, e forse solo ed esclusivamente da spiaggia, hanno un design che sembra opera di Pininfarina, ubriaco, o forse di un insolito Calatrava, ugualmente sbronzo e assorto nella contemplazione delle sue Dr Scholl.
Cosa ci sia di bello nello sfoderare una coloratissima scarpa-ciabatta che farebbe figura solo nella corsia di un ospedale non mi è dato saperlo, eppure la ditta produttrice di questi aggeggi è quotata in borsa e nel 2006 ha fatturato più di 350 milioni di dollari, che al prezzo medio di 30 euro , ad esempio, che più dell'intera popolazione portoghese, nel 2006, indossava queste cose...
 Dal lontano 2002 che le ha viste nascere però il tempo è passato e la necessità di rinnovamento si è fatta sentire, ecco dunque i nuovi prodotti:

Crocs da Bambino
Probabilmente le più accettabili giacchè è risaputo che i bambini bene o male possono indossare di tutto, persino all'occasione un pantalone beige sporco di fango.


Crocs Shark-Style




 Ogni commento in merito è puramente casuale...

Crocs invernali




Sicuramente uno dei più migliori paradossi della serie...una ciabatta in gomma con i buchi per traspirare, riempita di lanuggine...un tocco di classe, fossi nel signor Geox mi incazzerei come una Faina.

Crocs Ballerina


vedi il commento precedente,.....

Crocs Stivale:




Verosimilmente l'anello di congiunzione tra il Moon Boot e lo stivale da pescatore; unico vantaggio: la lanuggine decorativa esterna che li rende moderatamente pacchiani, oltre che sicuramente impossibili da sporcare.

e per finire,l' ultima chicca,....le Crocs nuziali della fidanzata storica di Sampei, aggiungono uno stile aggressivo ed elegante alla classe sopraffina di una ballerina in gomma...in vari colori per non rischiare di mancare di stile ad ogni occasione..

Eccoci dunque alla fine della  breve ma estenuante rassegna dei prodotti di questo discutibile marchio d'abbigliamento, che va tuttavia per la maggiore tra i pescatori di merluzzo groenlandesi;
Ma dopo aver molto denigrato le Crocs, vorrei spezzare ina lancia in loro favore dicendo che se non altro riescono ad essere estremamente versatili.








mercoledì 19 settembre 2012

STIVALE IN GOMMA

Esisteva un tempo in cui per lavorare nei campi i miei nonni usavano lo stivale in gomma: impermeabile, informale, pratico, brutto da vedere ma comunque dotato di personalità. All'occorrenza, se proprio il nonno voleva fare il bullo, li usava anche per andare a pescare e faceva un figurone senza bagnarsi i piedi.

Mai e poi mai gli sarebbe balenato in mente di andare alla messa domenicale o a fare una passeggiata in centro con i fedelissimi compagni di lavoro.
Un giorno, però, la fatina delle cause superflue chiamata Moda decise che la schiavitù degli stivali in gomma doveva cessare e che avrebbe regalato a quest'indumento una nuova dignità, facendone un capo alla moda originale e splendente (o traslucido), giacchè è risaputo che se si usa, ad esempio, la carta igienica solo per pulirsi il culo poi alla fine risulta banale..


La nostra fatina si mise subito in marcia per trasmettere ai suoi folletti della moda un messaggio di libertà e giustizia e commissionare loro un restyling del vecchio,  triste e bistrattato stivale verde oliva.
Burberry scelse di utilizzarre il buon vecchio motivo a quadratoni che già faceva schifo sulle sciarpe, ma rappresenta da decenni il marchio del benestante che non vuole più di tanto fare il gradasso con il suo stile, e anche e soprattutto dello studente d'economia (sotto).


Poi fu il turno di Hunter, che decise di omaggiare gli stivali gommosi della Terra d'Albione emanando alla maniera del peto femminile, silenzioso ma fetente, un prodottino che probabilmente creerebbe delle perplessità persino alle Spice Girls, ben abituate al clima cangiante britannico e campionesse di stile dall'alba dei tempi.



Il folletto Tommy Hilfiger invece, ben consapevole del fatto che il clima scozzese è ancora più significativo di quello inglese ed estrememente orgoglioso delle origini scozzesi degli scozzesi, decise di riportare sulla sua creazione la colorazione del tartan del clan McGregor, che in un kilt in lana è accettabile per tradizione, ma su uno stivale in gomma può provocare emicranie, depressione e sfiducia nell'umanità.


Infine il quarto folletto, il più arrogante di tutti, conosciuto dai più come Killah, e dagli altri come "per l'amor di Dio", optò per un oggetto invadentemente sobrio che dalla distanza di 136 km potrebbe sembrare pelle sintetica di pantera maculata dei peggiori bar di Caracas.


Purtroppo però, si sa che una rondine non fa primavera, per cui la buona fatina, per promuovere in mondovisione la ribalta dello stivale, riuscì a convincere la rappresentanza olimpica ceca a presentarsi alla manifestazione con la calzatura più stilosa del lotto: stivale tinta unita blu-fluo, per veri intenditori e bimbi delle elementari nei giorni di pioggia.


Spaventato come non mai, mi trovo curiosamente a sperare in un estate perenne con assenza di piogge e siccità, ma non riesco a spiegarmi il perchè; eppur c'è quella cavolo di fatina che cerca di farmi capire qualcosa.....


lunedì 17 settembre 2012

CALZINO E SANDALO


Fortunatamente più che di moda discutibile, si tratta di un malcostume principalmente mitteleuropeo.
Quante volte vi è capitato di vedere stormi di personaggi spauriti, e vestiti in maniera discutibile che si aggirano per la vostra città parlando una strana lingua genericamente gutturale e non particolarmente piacevole all'udito??
Uno dei tratti da cui si può facilmente distinguere il turista medio durante l'estate, ancor più delle macchine fotografiche e della guida con la bandierina sono i famigerati calzini con il sandalo.
Nell'arco degli anni ho tentato di capire cosa possa spingere una persona a indossare un tipo di scarpa traspirante, seppur oggettivamente bruttina e un calzino, spesso in spugna, bianco o grigio che di sicuro traspirante non è, creando oltre che una combinazione inutile, anche qualcosa di eccezionalmente antiestetico.
Probabilmente il calzino con il sandalo è uno dei misteri meglio celati della storia dell'umanità, forse addirittura il famigerato Quarto mistero di Fatima.

Anche in questo caso, come non fosse sufficente lo scempio di base nelle strade, tutto sommato perdonabile, qualche stilista visionario ha tentato di far passare il malcostume per moda, dando vita a delle supercreazioni, come la combo da donna sopra, che tralasciando il particolare del calzino ad albero di natale (firmato MiuMiu), appare utile come un occhiale da sole in discoteca, o queste cose qui sotto, che portebbero essere prese da un catalogo di Nonna Moderna. (immagine da BluGirl)

Ad ogni modo, mentre vagavo nella rete per reperire qualche interessante immagine ed opinione dal mondo anglosassone, campione assoluto da sempre di stile da export, ho scoperto con gaudio che non ovunque questa "moda" è accettata a cuor leggero


Esiste persino un sito dedicato all'antimoda per eccellenza
 http://www.sandalandsoxer.co.uk/home.htm

Per concludere, se proprio questo mondo non è pronto ad andare avanti senza sandali e calzini in accoppiata funesta, allora, in tutta sincerità preferisco vederlo così, almeno mi mette allegria...




BUFFALO


Magnifici anni '90: quanto ancora c'erano la Lira, le Highlander gusto "Aberdeen Roastbeef", le Spice Girls e la gaudiosa eccitazione per il salto nel nuovo millennio.
Per chi fosse troppo giovane per ricordarsi di questo decennio passato alla storia più che altro per essere quello di mezzo tra gli anni '80 e il Millennium Bug, all'epoca è esistita una corrente modaiola che si componeva fondamentalmente di tutina FreeGlobe e scarpe Buffalo:  la genesi del "truzzo".
Le Buffalo erano una parte della firma del giovane "fighetto" che la sera andava in discoteca e, a suo modo, desiderava urlare sobriamente il proprio anticonformismo indossando delle scarpe che indossavano la metà dei discotecari.
La "zeppa" aveva addirittura una duplice funzione: elevava il soggetto in questione al di sopra delle masse, riuscendo allo stesso tempo a far sorgere il dubbio, nei normovestiti, di essere delle persone nella norma.
Viene difficile credere fossero delle scarpe comode, anche se considerando i tacchi vertiginosi che alcune donne portano con disinvoltura, spesso senza lamentarsi, il truzzo medio, pur di apparire avrebbe dovuto poter fare di meglio.
Forse le scarpe più brutte che la storia del ventesimo secolo ricordi (a onor di cronaca c'erano anche le Fornarina) e anche le più ostentatamente inutili.
 Mi piace pensare che originariamente fossero state brevettate come soluzione all'acqua alta, e che poi, qualcuno, tornato sulla terraferma e presumibilmente recatosi in discoteca in una sera di novembre, grazie alle sue doti di ballerino eccelso e in contemporanea trampoliere, abbia lanciato involontariamente la moda.







venerdì 7 settembre 2012

IL PANTALONE A VITA ULTRABASSA - SAGGING








Il pantalone a vita ultrabassa è uno dei massimi esempi di come l'apparenza, nel mondo moderno, si presti a scalzare la comodità e la decenza dal gradino più alto del podio modaiolo.
In primo luogo verrebbe da domandarsi quando la mutanda ha vinto la sua personale lotta per l'emancipazione passando da "biancheria intima" a indumento da sfoggiare ma, tralasciando le lotte di classe, la domanda principale è cosa ci sia di stiloso nel girare con i pantaloni abbassati come quando si va al gabinetto.
Credere poi nel senso estetico di chi non comprende le gerarchie tra i pantaloni e ciò che gli inglesi, a scanso di equivoci chiamano Underwear, è un pò come credere che un giorno non ci saranno più guerre nel mondo, per cui vien da se che anche la scelta dell'intimo da mostrare sia qualcosa che farebbe impallidire Toni Capuozzo, uno che di guerre vere ne ha viste.


Storicamente il pantalone a vita bassa, conosciuto anche come Baggy Pants, nasce nel mondo carcerario americano come protesta per il divieto ai detenuti di usare cinture, potenzialmente pericolose e, secondo alcuni, anche come segnale di disponibilità sessuale utilizzato dai detenuti omosessuali.
Dal 1990, questa moda, ripresa da artisti Hip Hop, si diffonde tra i giovani neri americani allo stesso modo dei denti d'oro, dellele catene da collo alla B.A Baracus e dellele canotte da basket taglia 8XL. Ovviamente come troppe delle cose nate oltreoceano, è riuscita ad arrivare in Europa e imporsi tra i giovani con la stessa velocità delle epidemie di virus Ebola.

Qualcuno negli stessi Usa, risaputamente una tra le nazioni con  popolazione più mentalmente liberale del globo ha tentato di scoraggiarne l'uso cercando di imporre sanzioni fino a 500 dollari, ovviamente senza successo.Mi pare che il diritto di portare i pantaloni sotto al sedere sia sancito dalla costituzione americana, tra il diritto di possedere armi e quello di non dichiarare il peto.


Navigando in internet poi si scopre che invece di sfanculare una moda costruita malamente e orientata a coloro che mia nonna avrebbe chiamato "poregrami", qualcuno è riuscito a collegare due neuroni quel tanto che bastava per decidere di immettere sul mercato modelli già preconfezionati, togliendo al consumatore anche il discutibile piacere di scegliere la biancheria più consona a  mostrare la propria intima versatilità.