venerdì 31 gennaio 2014

LE PEGGIORI MAGLIE DEL CALCIO parte 5° 2000-2009

Sesto capitolo del viaggio con entrata trionfale nel nuovo millennio: dieci anni di numeri da circo e uno sguardo prepotente su ciò che verrà in seguito..

JAGUARES DE CHIAPAS 2001
Viaggio in Messico per goderci un pò di cosiddetto animalier in onore della tradizione degli "Ocelot", o guerrieri giaguaro aztechi.
Beh..che Chiapas!!! 

SHIMIZU PULSE 2001
Lo Shimizu Pulse è una squadra giapponese nata nel 1991.
Da quell'anno più o meno ha avuto solo divise che potevano meritare una menzione su questa rubrica.
Ho scelto questa specifica perchè ha il camouflage, il globo e un colore da attacco epilettico immediato che trovo adorabile.


Questa fotografia presa sul sito jsgoal.jp è il miglior collage che ho trovato a supporto delle mie parole.

CAMERUN 2002
Di nuovo Puma che prova a sostituire Umbro nel delicato ruolo di leader mondiale delle magliette impresentabili.

In questo caso sfoggia l'interpretazione "Afro" della maglietta: fondamentalmente una canotta.

ATHLETIC BILBAO 2004
Athletic Bilbao 2004, una delle grandissime candidate alla peggior maglia della storia.
Non so se tutto ciò avesse un motivo o no, ma probabilmente sarebbe stata più adatta alla nazionale "serial killer" più che a una squadra di Club.

ATLETICO MADRID 2004

Passando all'altro "Atletico" spagnolo abbiamo la maglia promozionale di Spiderman 2.
Altra opera d'arte assoluta in combutta con il colore dei pantaloncini che stanno come l'unto della salsiccia sull'anguria.

HEERENVEEN 2005-2006

La sfiga è che quei cavolo di cuoricini fanno proprio parte del simbolo dell'Heerenveen.

In tutta onestà però non serviva riportarli dappertutto, anche perchè provocano a vista una sensazione molto strana, quasi....

ST.PAULI 2005-2006

Il St.Pauli, squadra di un quartiere di Amburgo è una delle squadre simpatia del campionato tedesco per svariati motivi.
Credo il più importante di tutti sia perchè lo stadio è ubicato nel quartiere a luci rosse di Reeperbahn; oltre a questo i tifosi hanno adottato negli anni '90 il Jolly Roger come stemma non ufficiale facendolo addirittura trasferire sulle bandierine del calcio d'angolo.

Va da se che, con questo background, non potevano che essere i primi a realizzare pure la genialata del camouflage.

OLYMPIQUE MARSIGLIA 2008
In Francia saltuariamente salta fuori una maglietta orripilante, ma che forse non lo è poi così tanto.
Sarà un abitudine quella di creare dilemmi esistenziali alla gente come me. Ad ogni modo il giovine modello spacca di brutto, la maglia un pò meno.


RACING SANTANDER 2009

Premio stima al Racing di Santander, che dopo non aver azzeccato una maglietta presentabile su tre è riuscita pure a non azzeccare una modella decente.


AUGSBURG 2009-2010
Beh..maglia bianca con "A" gigante di Augsburg sul petto..serve anche commentare?!


PATRICK THISTLE 2009-2010

Secondo camouflage documentato della storia per questa compagnine scozzese semisconosciuta.
Ci tengo a sottolineare che per quanto ne so i colori sociali della terza squadra di Glasgow sono rosso e giallo, quindi il perchè di questo abbinamento imbarazzantemente rosa-grigio è altrettanto misterioso.

SIERRA LEONE 2009-2010
Altra maglietta che tende a volersi autocommentare. Mi limito ad aggiungere che dev'essere un abitudine africana recente quella di mettere animali sulle magliette: nel 2006\2007 e nel 2012\2013 anche il Camerun lo ha fatto, con risultato decisamente migliore. Questa volta e in questa speciale classifica Hummel batte Puma.


RACING CLUB DE STRASBOURG 2009-2010

Terzo camouflage e seconda volta per Hummel in un anno, Forse sarebbe il caso di metterci una pietra sopra..o forse no?!


Parte 1
Parte 2
Parte 3
Parte 4
Parte 5
Parte 6

martedì 28 gennaio 2014

AL WAKRAH STADIUM


Qualche tempo fa, su siti specializzati del mondo del pallone, sono venuto a conoscenza di quello che dovrebbe diventare lo stadio dell'Al-Wakrah Sports Club, costruito in funzione dei futuri mondiali di calcio in Qatar del 2022.
Verrà inaugurato nel 2018 e avrà una capienza di circa 40000 persone, cosa già di per se singolare in una municipalità come quella di Al-Wakrah che conta 31000 abitanti.
Tuttavia il problema, che scatena risate nel mondo occidentale, è la forma della struttura.
Nell'ottica visionaria dell'architetto di turno, che tra l'altro è una donna, dovrebbe  ricordare la forma del dhow tradizionale qatariota per la pesca delle ostriche.
Purtroppo però per il resto del mondo, ignorante riguardo alla forma del dhow, lo stadio risulta molto più simile a una vagina, tanto che perfino Wikipedia ci tiene a ricordarlo:

"A proposed design by Zaha Hadid for a new stadium to be built for the 2022 FIFA World Cup has attracted interest because its shape resembles a vulva."


Per i mondiali in Qatar, la Reuters stima verranno spesi 140 milioni di dollari, ad occhio e croce una cazzata per gli emiri, al fine di costruire ferrovie, infrastrutture e stadi, che poi, vista la cultura calcistica e lo stile di vita dei qatarioti non sfondati di soldi, rimarranno presumibilmente semiabbandonati.
Uno spreco si potrebbe pensare, ma a me piace ricordare che in quella cifra è compresa la costruzione della più grande vagina dal mondo che, con un pò di fortuna, si potra vedere dallo spazio, in modo che quando gli alieni ci invaderanno avranno già un idea di cos'è che comanda :-)




sabato 25 gennaio 2014

VAJAZZLING


Ecco che navigando su internet alla ricerca di motivazioni per cui il genere umano meriti l'estinzione, mi sono imbattuto in una nuova mania estetica, nata come sempre negli Usa dei Vips più esclusivi: si chiama Vajazzling e aiuta a dare una parvenza di normalità concettuale persino allo sbiancamento anale.
Ignoro come sia nata questa moda, ma apparentemente il personaggio che l'ha portato alla ribalta è Jennifer Love Hewitt che, per stuzzicare il proprio partner, ha pensato bene di farsi appiccicare dei brillanti Swarowski sulla zona publica.
Dato che a farlo è stato un vip, è diventata immediatamente una cosa di tendenza e già migliaia di donne negli States, e più recentemente anche in Inghilterra, hanno adottato questo espediente per riaccendere i loro rapporti amorosi.
In Italia non ha ancora fatto scalpore, quindi vuol dire che Belen ancora non lo sa o non ha ancora twittato le fotografie della sua patata, ma non ho dubbi che in breve tempo vedremo pure noi la scritta Vajazzling fuori dei centri estetici e ci beccheremo un programma su Realtime che insegna come farlo comodamente a casa.
Parlando di cifre, si vocifera che a seconda dei brillantini in uso, non necessariamente Swarowski, il costo dell'operazione negli States possa variare dai 65 ai 130 dollari, ignoro se con depilazione totale inclusa, in Europa invece si parla di 250 euro, anche se mi par di aver adocchiato in fase di documentazione prezzi dimezzati per un attaccaperline di fama locale.
Al solito, dunque, costi accessibili a tutti, anche ai poveri cristi che con 250 euro ci devono pagare le bollette, considerato anche che il tutto non dura più di 5 giorni.
La macchina della moda cinghiala però, non lascia nessuno a piedi, per cui sono stati creati dei simpatici kit fai-da-te in vendita a 15 euro, la depilazione nel caso è sicuramente a carico della fashion victim di turno e pure tutte le potenziali rotture di palle dovute al fatto che si rischia, in caso di peli incarniti ecc, infezioni e, nel caso il prodotto lo vendano o producano cinesi, irritazioni dovute alla colla.
Altre controindicazioni sono dovute al fatto che per far asciugare la colla, il primo giorno di evoluzioni acrobatiche sotto le coperte salta a pié pari, a meno che non si voglia vedere parti anatomiche maschili tempestate di brillantini colorati.
Personalmente vedendo le immagini non è che il Vajazzling mi crei scompensi fisiologici animaleschi primordiali tanto che mentre scrivo riesco pure a starmene seduto tranquillamente sulla sedia come se stessi parlando di calcio; di primo acchitto non mi pare dunque valga la pena di gettare al cesso tutti quei soldi per una cosa che eroticamente vale meno della lingerie e probabilmente anche della panna spray e che dopo 5 giorni sparisce pure.

Ad ogni modo, come per ogni cosa, esistono già degli artigiani specializzati, come tale Frances Goodman, autore delle opere d'arte più elaborate che potete vedere nelle immagini del post e nel suo sito personale http://www.francesgoodman.com/.


So che non siete in ammirazione come davanti a un quadro di Tiziano, perchè in fondo, tutti voi che avete fatto il Grest o l'ACR o un qualsiasi lavoretto a scuola, vi siete dilettati ad attaccare delle perline colorate con la pinzetta e la colla a qualunque cosa, spesso anche in faccia ai vostri amici, e senza farvi pagare, ma ricordatevi sempre che chi ha inventato la ruota era un idiota, chi ne ha messe insieme quattro un genio e chi ha convinto il prossimo che un carrozzone scomodo e fumante che procedeva appena più veloce di un pedone fosse indispensabile è diventato un dio.


In attesa di scoprire chi sarà il primo Vip nostrano a scoprire l'acqua calda e pubblicizzarla orgogliosamente con un tweet, andrò in cerca di qualche altra moda insulsa che attende di entrare nel nostro paese.













giovedì 23 gennaio 2014

NAKED & AFRAID

Si pensa sempre di aver visto di tutto in televisione, e generalmente dire "di tutto" non è positivo.
Nella fase storica della lobotomia celebrale via etere non c'è da stupirsi se compaiono "Grandi Fratelli" a caso e serie internazionali di vattelapesca Shore come piovesse, mentre i programmi culturali finiscono in seconda serata su canali che concettualmente non si possono affrontare prima degli ottant'anni o in orari prossimi ai pasti, cosicchè il Philippe Daverio di turno possa rivestire il non invidiabile ruolo di sonnifero parlante.
"Il peggio" però è una di quelle cose che non finiscono mai di sorprendere e per l'occasione, qualche genialoide, è riuscito a calare il carico da novanta ideando una versione 2.0 di quel famigerato Survivor che, incredibilmente, non ha avuto un seguito in Italia.
Negli Stati Uniti invece, patria di emozioni fortissime e spazzatura da tubo catodico, sono arrivati alla ventisettesima edizione; tuttavia qualcosa mancava e margini per osare ce n'erano anche troppi.
Naked And Afraid altro non è che la realizzazione di una di quelle idee geniali che ci ha portato ad essere in cima alla scala evolutiva e non in una posizione di mezza classifica tra il pidocchio e lo scimpanzé: mandare due personaggi in un isola deserta o in una palude salmastra poteva essere di per se interessante, ma mandarceli completamente nudi (e censurati) non sarebbe superfigo?!
Così nasce N&A.
Per fare della vile cronaca su questo programma, il format ha visto la luce su Discovery Channel nel giugno 2013, ed è quindi verosimile che, con i consueti tempi biblici della televisione italiana, non sia ancora stato acquistato da nessuno.
La serie si sviluppa in 8 puntate in cui i concorrenti, che poi concorrenti non sono, dato che non esiste un premio finale, vengono mollati a coppie di due, un uomo e una donna in un posto dove per decenza non si nasconderebbe neanche un cadavere, con la presunzione che si procurino del cibo e che magari si producano anche dei rudimentali indumenti alla "Mowgli", il tutto con un unico oggetto portato da casa e una telecamerina per filmarsi la notte mentre la troupe è a sbronzarsi allo Smaila's più prossimo.




La location, Maldive, Panama, Costarica, Tanzania, Louisiana e Borneo sono molto variegate e per l' occhio di un non geografo, potrebbero far pensare più a Briatore che alla sopravvivenza.
Senza voler fare delle discussioni moraliste su un programma di cotanta idiozia, che tra l'altro non usa neanche la scusa delle tette per fare audience, concluderei con le ultime due note.
  • Il paese europeo che ha comprato il format pare essere la Spagna, quindi sicuramente sarà una cosa che finirà in orgia ignorantissima.
  • I concorrenti della prima puntata in Costa Rica, Shane Lewis e Kim Shelton, sono stati i più celebrati dopo che lui è rimasto sull'isola con tre dita del piede rotte senza che nessuno si curasse di visitarlo, né di specificare che aveva un problema serio e facendolo passare per una mammoletta, come dirà al Daily Mail. Lei dal canto suo ha rischiato di lasciarci la pelle dopo aver mangiato una tartaruga e vomitato l'anima per tre giorni. Racconterà alla videocamera: “Io non credo di poter più vomitare, non penso di avere più nulla nello stomaco“.
Sinceramente non muoio dalla voglia di accendere la televisione e di ritrovarmi faccia a faccia con questo tipo di disperazione, ma per una volta ho come la sensazione che non avremo mai il privilegio dei vedere una versione nostrana di Naked & Afraid.





domenica 19 gennaio 2014

TITTOING

Il Tittoing è una nuova protomoda che si sposa abbastanza bene con il Vajazzling, anche se non riesco bene focalizzare quale delle due sia la più stupida.
Come al solito nella patria di questa moda si parla inglese e per calcolo statistico non poteva essere diversamente: pare che a Londra sia molto in voga, ma non essendo uno dei miei passatempi prediletti andare in giro per il mondo a slacciare reggiseni per osservare criticamente come sono fatti i capezzoli altrui, mi fido di quello che si legge su altri siti.
Inizialmente nato come chirurgia ricostruttiva del capezzolo per le donne che hanno subito interventi al seno per rimuovere tumori, è diventato di moda anche tra chi i problemi li ha nel cervello e, ad oggi, viene effettutato in quasi tutti i saloni di bellezza della Gran Bretagna.
Alcuni psicologi riscontrano ad esempio che il semplice scurimento del capezzolo porta nelle giovani miglioramenti anche nell'autostima, facendole sentire più a loro agio in topless, davanti allo specchio e nel rapporto di coppia, dove pare sia spesso l'uomo a chiederlo.
Sarò "out", o addirittura conservatore, ma non mi verrebbe mai in mente di chiedere alla mia ragazza di rifarsi i capezzoli e se mai mi si presentasse con un aureola a forma di cuore, più che eccitarmi in maniera bovina, mi farei delle serie domande.
Ad ogni modo questa operazione chirurgica non è definitiva e dura mediamente 12-18 mesi.
Il prezzo a capezzolo si aggira sui 600 euro e l'operazione dura un paio d'ore, oltre ad essere assurdamente dolorosa dato che la zona è piena di terminazioni nervose.
Volessi ipoteticamente cambiare la forma chessò, del mio ombelico, e avessi 600 euro, probabilmente andrei a parlare prima con uno psicologo, o con una bottiglia di Whisky..e avanzaerei pure soldi..