martedì 30 luglio 2013

PROGRAMMI DI CUCINA

Guardando la tv in questi tempi risulta palese che la cosa attualmente più trendy al mondo sia il cibo e che la dura legge dello Showbiz abbia pertanto imposto ad ogni programma una rubrica di cucina.
Quand'ero piccolo, ogni programma si limitava ad avere un identità o un personaggio scenografico dall'aspetto e dalla credibilità discutibile tipo il Gabibbo, Uan, Dodo dell'albero azzurro, Tonio Cartonio, Sbirulino, Giancarlo Magalli, eccetera; con l'avvento di Masterchef, Top Chef, Hell's Kitchen e la Parodi, invece, ogni programma televisivo si è munito di cucina e propone giornalmente piatti di qualità gran-gourmettiana che mai incontreremo nella vita o pietanze stile torta salata o pasta al tonno.
Personalmente non è che adori cucinare, anche se di tanto in tanto mi diletto grazie a Giallozafferano e alla sua mailing list, anche perchè, da studente universitario, generalmente il pasto è ciò che c'è in frigo oppure la pizza al trancio sotto casa, quindi non sarei neanche il più adatto a far commenti, tuttavia il mondo è bello perchè c'è la gente che commenta a vanvera.
L'importante in tutto questo è non prendere tutto troppo sul serio visto che, realisticamente, nessuno mangierebbe Halibut a pranzo (qualunque cosa sia l'Halibut), e tantomeno se ne sbatterebbe di come la roba è messa sul piatto; nel caso tuttavia non siate d'accordo con queste affermazioni e aspiriate a qualcosa di più, sottolineerei alcuni punti chiave della cucina in TV.
1: impara a sopportare gli insulti.
Indubbiamente vedere un personaggio che parla a stento l'italiano insultare l'operato del cuoco della domenica fa audience, se poi sconfina negli insulti personali gratuiti anche meglio, ma non si capisce perchè i grandi cuochi devono apparire prima di tutto come degli stronzi colossali.
2: non guardare negli occhi colui che assaggerà il tuo piatto.
Se guardi chef come Cracco o Bastianich negli occhi sei automaticamente bollato come arrogante e pertanto trattato come la feccia; fortunatamente nessuno dei due assaggerà mai nulla fatto da me quindi posso continuare a vivere serenamente.
3: ricordati di impiattare, sempre.
La terza lezione fondamentale dei programmi di cucina è che la presentazione è metà del successo; la posizione di una fragola nel piatto cambia completamente la sostanza del piatto stesso, come se dovesse essere un peccato nutrirsi con la bocca e non con gli occhi, dottrina naturalmente commutata dal Feng Shui più estremista.
4: non avere rispetto delle stoviglie.
Come insegna Bastianich, quando una pietanza non è riuscita, la cosa migliore da fare è lanciare il piatto imprecando come un lupo mannaro.
5: Ogni vero cuoco assaggia sempre le pietanze.
 Vedere per credere il cambiamento di Tessa Gelisio dall'epoca di Pianeta Mare a quella di Cotto e Mangiato.
6: "I migliori" i piatti li annusano con aria di schifo.
Si vocifera che questa mossa sia stata perfezionata da Enrico VIII che così si assicurava non ci fossero veleni nelle pietanze; risaputamente i luoghi con il più alto rischio di avvelenamento dei cibi sono le corti medievali e le cucine di Masterchef.
7: qualunque cosa accada nella vita, se sai cucinare scrivi un libro.
Forse non ti guadagnerai la pagnotta cucinando, anche se teoricamente dovresti sapertela fare da te, ma sicuramente venderai libri a pacchi.
8: prendili da piccoli.
Il modo migliore per costituire un armata di cuochi provetti è prenderli da piccoli e metterli in competizione ai fornelli. E questa non è una critica di chi pensa che Junior Masterchef sia una vaccata totale.
9.L'unico programma di cucina realmente decente è un cartone animato.
In realtà viene quasi da ridere vedendo rubriche al telegiornale in cui il supercuoco di turno ti propina un piattino da ristorante a 40 stelle, ben impiattato e decorato, per la serie: Bene, e adesso? in fondo la roba la si deve mangiare, mica corteggiare.
Della buona Benedetta Parodi non posso dire nulla perchè alla fine fa roba riproducibile e che potrebbe anche sostanzialmente tornare utile, anche se vivendo con 3 donne ho la prova che quasi chiunque possa cucinare con più talento di una giornalista-scrittrice sorella minore di una giornalista-presentarice e di un giornalista-scrittore .
Forse sono solo una persona inacidita e troppo pigra per mettersi a spignattare mentre il resto del mondo parrebbe trovarsi ai fornelli, però durante la settimana mi mancano quei programmi domenicali in cui Davide Mengacci o Edoardo Raspelli vanno in giro per l'Italia a presentare prodotti tipici locali, infinitamente più invitanti e reali di un Halibut con Vinagrette e peperoncini Jalapenos, e si mettono, a fine puntata, a grufolare come dei morti di fame.
In fondo, se potessimo, tutti noi saremmo così, nel bene e nel male, a grufolare con sadismo un salame di cinghiale o a ingolfarci di polenta con la salsiccia, tracannando Chianti come fosse acqua di sorgente dopo un mese di deserto.